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ABBUFFATE E DIPENDENZA DA CIBO

ABBUFFATE E DIPENDENZA DA CIBO

Esiste realmente la dipendenza da cibo? E’ questa che provoca le abbuffate? È vero che ingredienti comunemente presenti nel cibo, quali zucchero, grassi e sale, possono provocare una perdita di controllo in alcune persone, tanto da compromettere il loro benessere? È possibile uscirne? Vi è un dibattito in corso sulla questione del potenziale ruolo che alcuni tipi di cibo (solitamente altamente raffinati, saporiti e calorici) possono avere nel provocare dipendenza e nell’indurre comportamenti alimentari disfunzionali, fra cui il Binge Eating e le abbuffate. L’espressione dipendenza da cibo o food-addiction fu originariamente descritta da T.G. Randolph (1956) come un adattamento specifico ad uno o più cibi comunemente consumati, verso cui una persona mostra una forte sensibilità e che produce un insieme di sintomi paragonabili a quelli di altre dipendenze. Hebebrand e colleghi (2014) hanno proposto il termine dipendenza alimentare o fame nervosa come alternativa a quello di dipendenza da cibo, al fine di sottolineare il ruolo giocato dal comportamento alimentare nell’origine del comportamento disfunzionale e spogliare il cibo dalla problematicità di cui è stato investito. Lo sviluppo di un comportamento alimentare di tipo dipendente, infatti, sembra essere correlato alla disponibilità di una certa varietà di cibi saporiti, anziché specifici nutrienti. Così, la dicitura fame nervosa sottolinea maggiormente la componente comportamentale, che può essere trattata con approcci psicoeducativi. Questo implica che le persone possono avere un ruolo attivo nel cambiare il proprio comportamento alimentare imparando a sviluppare la capacità di prendere scelte alimentari consapevoli e imparando modi nuovi e più funzionali per gestire il craving e l’urgenza di abbuffarsi. Infatti sono i sentimenti e le emozioni a guidare il comportamento alimentare e non qualcosa che è presente nel cibo. Dunque, il problema non è il cibo, ma i sentimenti ed i pensieri che vi ruotano intorno. In sintesi, il problema non è COSA si mangia, ma COME e perché si mangia.

Nell’esplorare i tuoi sentimenti di dipendenza da cibo, tieni in mente le seguenti domande:

1. Mi nutro adeguatamente? La denutrizione o l’alimentazione restrittiva con conseguente perdita di peso o, anche, una dieta povera di specifici nutrienti, può portare il corpo a perdere il proprio equilibrio e spingerlo verso forti smanie di cibo, indotte, dunque, fisiologicamente. In questo caso, infatti, la smania di cibo nasce come richiesta di nutrienti di cui l’organismo risulta effettivamente carente.

2. Ho un rapporto sano con il cibo? Ho delle restrizioni rispetto ad alcuni cibi di cui, poi, regolarmente faccio scorpacciata? Indagare la natura della relazione con il cibo ti aiuterà a scoprire i pregiudizi sul cibo che bisogna affrontare per costruire una relazione sana con il cibo.

3. Mangio i cibi ansiogeni in maniera mindful? Questo vuol dire indagare se rallenti per concentrarsi sul sapore, l’aroma ed altre sensazioni sensoriali per chiederti se quel cibo è di tuo gradimento o meno. Spesso questo nuovo modo di approcciare al cibo porta le persone a scoprire che alcuni cibi, che solitamente considerano altamente desiderabili, in realtà non gli piacciono. Non riesci a percepire quando la piacevolezza dell’esperienza alimentare comincia a svanire?

4. Rumino sull’esperienza alimentare? Considera se ripensi costantemente all’esperienza alimentare, chiedendo se avresti fatto meglio a non mangiare, quante calorie avrai assunto, se avrai acquistato peso e così via.

Infine, se sei convinto di essere dipendenti da alcuni cibi o ingredienti e, dunque, scegli di evitarli, esplora nel corso del tempo se questo approccio ti aiuta realmente. Nella mia esperienza clinica ho appurato che questo generalmente non funziona, se non per un periodo di tempo molto breve. Quando una persona comprende bene la disfunzionalità di questo approccio e scopre che esiste un nuovo e più funzionale modo di approcciare al cibo, solitamente è molto più disposta a sperimentarlo. Se vuoi migliorare il tuo rapporto col cibo, prenota subito un incontro!  (Fonte: Centro Italiano Mindful Eating)

Per appuntamenti, info@spazioaiuto.it, 3389383650