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COPPIA E CONFLITTI

COPPIA E CONFLITTI

Quando nelle coppie e nelle famiglie c’è litigio e conflitto intorno a oggetti preziosi e dall’elevato potere simbolico, si possono intraprendere diversi percorsi: evitare il conflitto, coprirlo, tacere per un’intera settimana, per tutta la vita, non parlarne nemmeno tra le generazioni; oppure affrontare il conflitto. In questo caso, sono almeno due gli esiti possibili: circoscrivere il conflitto, dipanare il motivo alla base del diverbio, ricostruendo il significato attribuito all’oggetto soggettivamente e culturalmente, capire quali sono le vere ragioni per cui si sta discutendo su una tal cosa, oppure farsi invadere dal conflitto, far distruggere dal litigio tutta la relazione.

Il primo atteggiamento, quello dell’evitamento, a volte è protettivo del legame di coppia o di famiglia, ma nel lungo periodo non porta da nessuna parte; può generare altra rabbia, su altri campi, o contagiare il legame e portare a scelte di divisione; oppure può tenere la rabbia sotto la sabbia, ma pronta ad esplodere in qualsiasi momento, al riattivarsi di qualche divergenza.

La seconda possibilità consiste nell’affrontare il conflitto, perché ogni conflitto ha un versante interno e un versante esterno. Sappiamo infatti che quando si litiga il conflitto non avviene mai solo tra le due persone presenti, ma che dietro ad ognuna di esse c’è tutta la stirpe, una genealogia che in un certo senso muove i fili dei due attori in scena.

Dalle teorie del conflitto sappiamo che ogni scelta presenta punti di svantaggio e vantaggio per i due contendenti e che in ogni conflitto sono presenti una dimensione comunicativa/relazionale e una oggettiva/materiale. Nelle diatribe familiari non sono da perseguire solo i contenuti, la dimensione materiale, ma è da mantenere viva anche la relazione, a qualunque costo, soprattutto studiando cosa quel tale conflitto sta dicendo alla mia coppia o famiglia. Inoltre la negoziazione nel familiare, oltre a mettere in scena i bisogni dei due partners, non può prescindere dal prendere in considerazione il benessere relazionale del gruppo, comprendente sia i due direttamente implicati nel conflitto, sia gli altri individui significativi, come i figli, i nonni, o altri parenti.

(Fonte: Costanza Marzotto, “Denaro, casa, vacanze: la negoziazione nel familiare”)

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