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DISTURBI ALIMENTARI E VACANZE

DISTURBI ALIMENTARI E VACANZE

Il disturbo del comportamento alimentare non va in vacanza!

È tempo di vacanze, ma purtroppo per chi soffre di disturbi alimentari il problema non va in vacanza: anzi, spesso, il sintomo nel periodo estivo diventa ancora più forte. Per chi soffre di anoressia, ad esempio, significa fare i conti con il proprio corpo, che rimane più esposto: svestirsi, mostrare le gambe e le spalle, addirittura mettersi in costume possono rivelarsi delle prove di coraggio e delle difficoltà a volte insormontabili. Una mia paziente mi diceva che per lei era impossibile mettere le canottiere senza maniche, perché si vedeva le braccia grosse, e piuttosto soffriva il caldo. Succede invece che una persona che soffre di anoressia avverta sempre freddo, a causa del tessuto adiposo totalmente assente, così come delle calorie mancanti, al punto da indossare maglie e felpe pesanti anche in piena estate, sentendosi a disagio in mezzo alla gente che continua a commentare “ma non hai caldo?” oppure sentendosi sbagliata, desiderosa di sentire caldo, ma in balia di un corpo che non funziona più secondo le stagioni…eppure questi fattori negativi non bastano certo a spingere la cara fanciulla a riprendere un’alimentazione adeguata. L’anoressia non è un capriccio, non è una fissazione per perdere peso in vista della prova costume, non è una restrizione alimentare per vedersi più magre e più belle: chi soffre di anoressia non si vedrà mai al peso giusto, perfetto, ideale, come magari sognava o sperava all’inizio della malattia, quando aveva intrapreso la strada del digiuno e della dieta con l’obiettivo di stare meglio con sé stessa e di apprezzarsi di più. Come se perdendo X chili o controllando l’alimentazione come un severo vigile potesse alleviare un dolore non esprimibile a parole, un mal di vivere di cui non si comprende bene il capo e la coda, e allora il sintomo diventa la soluzione perfetta per tutti i mali, la medicina che potrebbe guarire ogni problema, piccolo o grande che sia. Il disagio vissuto nel tunnel della malattia porta con sé ben più che il sentirsi male con il proprio corpo, è un sentirsi male con sé stesse, col mondo, nelle relazioni, è una sofferenza di cui l’aspetto esteriore è solo un campanello d’allarme. Il cibo, il non mangiare o mangiare e vomitare, oppure abbuffarsi, magari alternando un mangiare smodato a digiuni severi, non sono i veri problemi e nemmeno risolvono le vere problematiche che un Dca porta con sé. Ai genitori dico sempre che non è insistendo sul mangiare, “Dai cara, prendi un bel gelato!”, che vostra figlia guarirà dal suo disturbo, ci vuole un ascolto che parta dal cuore, dal comprendere cosa ci sta dietro quel rifiuto del gelato, come di ogni altro cibo, e che non è solo il voler dimagrire o la paura di ingrassare. Fosse così semplice…! Chi soffre di anoressia non si vedrà mai magra abbastanza, quella è solo una scusa, una cortina fumogena per non affrontare i veri problemi che spaventano ben di più. Allora, a te che vivi con questo sintomo nel fianco, o a voi genitori e amici che vi sentite impotenti e allarmati, dico: il Dca non va in vacanza e il momento per farsi curare è sempre quello giusto, chi vi può aiutare è “Aperto per ferie”.

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