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ALIMENTAZIONE COMPULSIVA: TESTIMONIANZA

ALIMENTAZIONE COMPULSIVA: TESTIMONIANZA

“Ho 25 anni, mi sono resa conto di soffrire di alimentazione compulsiva, in inglese si chiama binge eating disorder. A quindici anni ho fatto la mia prima dieta, con buoni risultati, non ero magra ma nemmeno in sovrappeso, e mi andava bene così, il rapporto col cibo non era patologico. Poi continua la mia vita, il liceo, l’università, finché sbuca fuori la “vera me”: una ragazza sola, triste, terrorizzata dalla vita. Sento il bisogno irrefrenabile di mangiare, mangiare e riempirmi di qualche cosa. Quando cerco di non mangiare sento male allo stomaco e a tutti i muscoli del corpo. Sono come una tossicodipendente in crisi d’astinenza. Non ce la faccio. Allora via verso dolci, pasticcini, cioccolata, gelati e torte. In mancanza di dolci, ogni cosa è buona, basta mangiare. Mangiare è per me come ricevere affetto, carezze: infatti dopo l’abbuffata mi sento distesa, rilassata come lo si è tra le braccia dell’uomo che si ama. Senso di colpa: domani dieta! Invece domani corro e acquisto quantità enormi di dolci. Sono golosissima. Mangio velocemente, nel mio cervello si fa il vuoto. Alle volte preferisco abbuffarmi davanti alla televisione, oppure mentre leggo o studio: in questo modo non vedo quello che mangio, né quanto, né cosa. Non provo fame, non sento il senso di sazietà. Quanto peso? Non lo so, le bilancia per me non esiste. Sì, sono ingrassata, parecchio, lo vedo dai vestiti che non mi stanno più, però non riesco a smettere…”

Dopo una psicoterapia:

“Ho scoperto che vivere è bello, avevo paura della solitudine, delle responsabilità. Mi illudevo di riuscire ad appagare i miei bisogni, quelli affettivi, quelli sessuali, con il cibo. Errato. Se voglio qualche cosa devo conquistarmelo. Ho gettato la maschera e ho scoperto che dietro c’è un mare di cose, belle o brutte non mi importa. Credo nelle mie possibilità e non mi interessa il giudizio degli altri. Ho acquistato fiducia in me stessa. Finalmente sono contenta di accettare i miei errori. Vorrei dimagrire ancora un po’, ma non è un’ossessione, il cibo è un amico. Non ho più paura dei dolci, riesco a mangiarne in quantità equilibrate e li gusto a fondo. E dietro la ciccia che scompare e al sintomo che se ne va, appaiono i miei bisogni di carezze e coccole, di sesso, di socialità e sicurezza. Ora credo nelle mie possibilità, nelle mie forze e nei miei mezzi. Voglio avere una vita e viverla fino in fondo, voglio apprezzarne i momenti piacevoli e imparare a gestire quelli negativi. Sono tornata libera e felice.”

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