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BAMBINI E SONNO

BAMBINI E SONNO

Il sonno è un’attività a cui è necessario educare i bambini, così come in ogni altra cosa. Spesso però avviene un’educazione incosapevole, di cui ci si rende conto solo dopo aver raggiunto soglie di stanchezza e numeri di notti insonni ragguardevoli, quando ormai si sono strutturate abitudini poi difficili da smantellare. Il sonno è un’abilità che i piccoli devono IMPARARE. Va riconosciuta l’importanza dei rituali. In essi è necessario vedere l’intenzione: la finalità di un rituale è aiutare il bambino a calmarsi, passando dall’eccitazione al rilassamento. Bisogna poi prevedere una preparazione: ad esempio, porre termine alle attività stimolanti, riordinare. In ultimo, portare a termine il rituale, dall’inzio alla fine: concludere ad esempio con la lettura di un libro. Ritengo furbo e più facile per i genitori che il bambino non abbia qualcosa di indispensabile e insostituibile per addormentarsi, come il seno, altrimenti la mamma sarà a costretta a presenziare ad ogni serata del bambino. Terminato il rituale, si può mettere il bambino nel sul letto, poi andar via o star lì a fare le coccole. Personalmente, credo sia concesso far compagnia al piccolo mentre prende sonno, magari poi facendogli sperimentare tempi di attesa da solo man mano più lunghi (“vado un attimo in bagno, poi torno”), così che impari ad addormentarsi da solo, ma senza pretendere troppo e da subito (almeno che alla sventurata mamma o papà non tocchi stare al capezzale ore ed ore…).

Quando è presente un problema di sonno (ad esempio continui risvegli o fatica ad addormentarsi), è fondamentale domandarsi: che cosa avete fatto voi per contribuire al problema? Tra i 6 e i 9 mesi i bambini attraversano cicli di sonno simili a quelli dell’età adulta, quando passano nella fase rem può capitare che si sveglino, ma possono apprendere a riprendere sonno autonomamente. Il sonno indipendente è una pratica che si deve imparare. I genitori devono insegnare ai piccoli in che modo addormentarsi da soli e sentirsi al sicuro nel loro lettino. Spesso i bambini hanno bisogno di un sostegno: qualsiasi stratagemma (seno, ciuccio, dondolio, essere cullati) la cui assenza causa una crisi al bambino. In genere si tratta semplicemente di un’abitudine strutturata, e se questa non risulta funzionale nè per il bambino nè per i genitori, allora è importante trasformare l’abitudine in uno schema di comportamento più positivo. Come?

Usate il metodo ABC per analizzare il problema: riflettete sull’Antecedente (quello che è successo prima), poi sul Bambino (quello che fa e come è fatto lui), infine sulla Conseguenza (cioè lo schema di comportamento risultato di A e B). Quasi sempre lo schema di funzionamento non positivo si rinforza perché il genitore -stanco e stremato- cede sempre. Per uscire da questo schema, stabilite un piano e rispettatelo. Procedete a piccoli passi, rispettando il bisogno del bambino di aver controllo sulla situazione. Prestate attenzione anche ai minimi progressi, è dura per un piccolo cambiare un’abitudine se questa persisteva da tempo. Io suggerisco il sonno di buon senso: aiutare il proprio figlio a dormire da solo nel suo letto ma dandogli conforto, invece di lasciarlo a cavarsela da solo (ad esempio, prenderlo in braccio e rimetterlo giù tutte le volte che serve), questo gli darà fiducia nel mondo e nelle persone che si prendono cura di lui. E’ necessario assumersi le responsabilità: i genitori centrano sempre, siamo noi a permettere che il bambino non ci permette di metterlo giù!

Io sono a favore delle strategie di sopravvivenza -ad esempio dormire nel lettone, stare nel letto con il bambino-, se queste durano a fasi (ogni bambino attraversa ciclicamente fasi un po’ difficili che poi passano e vanno) e solo se siamo noi ad averne il controllo: “Puoi dormire nel nostro letto, ma sei un ospite permesso e ben accetto (per questo periodo), non un usurpatore fastidioso!”. Il bambino non deve diventare un dittatore che schiavizza, bensì siamo noi ad essere permissivi per necessità e bisogno di nostro riposo.

Infine, personalmente credo molto nella profezia che si autoavvera, come in tutte le cose legate ai bambini: se siamo noi i primi ad avere un atteggiamento sereno e non ansiogeno riguardo al sonno, a vederlo come una cosa bella da insegnare ai nostri bambini, invece di sentirci pressati da esso, in ansia da prestazione se i nostri figli non dormono tutta la notte filata, in colpa se hanno un problema col sonno, stanchi, nervosi ed arrabbiati con loro per mancanza di riposo, allora sarà più facile per il bambino avere un rapporto sano e pacifico con la nanna e dormire bene.

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