Crisi di coppia e separazione

CRISI E SEPARAZIONE

La coppia è un sistema sociale che viene definito dalla comunicazione. Spesso però il modo di comunicare e di relazionarsi della coppia va in crisi, manca il dialogo, c’è forte conflitto, si perde l’affettività, si dà la colpa alla mancanza di tempo, e nel frattempo la coppia attraversa difficoltà che sarebbe opportuno trattare con una terapia perché non diventino problemi troppo grossi.

L’obiettivo di una terapia di coppia è aumentare i gradi di libertà e le possibilità di scelta effettiva delle persone, così che i due partner che si trovano ingrovigliati nei problemi di coppia possano districarsi all’interno della propria vicenda esistenziale e ritrovare un modo nuovo e più armonico di stare insieme.

Quando una coppia va in crisi?

  • arriva la delusione, l’altro non è più quello di prima, quell’essere meraviglioso e senza difetti di cui mi sono innamorato
  • problemi di comunicazione e dialogo, non si comunicano più bisogni e desideri reciproci, né vissuti personali ed emozioni
  • problemi personali (vissuti non risolti, un sintomo, una malattia, perdita del lavoro, eccetera) che influiscono in modo negativo sul benessere della coppia
  • problemi sessuali: la terapia di coppia è indicata anche nei casi in cui ci sia una specifica difficoltà di tipo sessuale
  • nascita dei figli e altri cambiamenti nella vita della coppia che modificano gli equilibri della coppia e dove sia necessario un riassestamento dei due partner all’interno della coppia
  • problemi con le famiglie di origine

Una coppia ha sempre bisogno di essere alimentata e riattizzata come un fuocherello nella neve, è necessario prendersi cura della coppia come di una piantina che va bagnata tutti i giorni, purtroppo spesso, presi come si è dalla frenesia della vita quotidiana, dai figli, dal lavoro, ci si dimentica di questo impegno che necessita la coppia e per questo arrivano i problemi di coppia e le crisi matrimoniali.

LA SEPARAZIONE

è uno dei principali mali della società di oggi.

Tutti conoscono persone, persino nella propria famiglia, che hanno rotto la loro storia o il loro matrimonio. Però perché questo problema è tanto frequente oggi?

Le crisi di coppia sono sempre esistite. Il matrimonio non è sempre un “letto di rose”: in ogni relazione di coppia c’è una crisi o si passano momenti difficili, ci sono luci ed ombre, però si possono superare quasi tutte, se i partners si impegnano per riuscirci. Bisogna tener presente che il vero amore è questione di volontà, non solo di sentimento. L’amore si impara ed esige sforzo, rinuncia e sacrificio. C’è bisogno di saper perdonare, dimenticare e guardare verso il futuro. Richiede un ripetuto sforzo della volontà per migliorare e diminuire le difficoltà della convivenza. Oggi, però, questi valori non sono di moda. La società materialista, edonista e permissiva molte volte ci fa rifuggire dallo sforzo: sembra che non esista alcun interesse per affrontare queste crisi di coppia, le possibilità di rottura (separazione, divorzio…) sono troppo a portata di mano. Davanti alle difficoltà molte coppie non si propongono di lottare, ma scelgono la via più facile e veloce: “gettare la spugna”.

La vita di coppia è concepita come qualcosa che può durare oppure no. Per questo, prima di prendere la decisione di separarsi, è bene cercare di andare ai primi sintomi da un consulente, perché è possibile che la crisi si possa risolvere. Bisogna lasciarsi aiutare dagli esperti prima che la situazione sia irreversibile.

Quando invece la situazione non è più risolvibile, una figura esperta può aiutare ad attuare una “buona” separazione e a soffrirne il meno possibile.

COME INFLUISCE SUI FIGLI LA SEPARAZIONE DEI GENITORI?
Se ci sono dei figli, la separazione dei genitori rappresenta un vero cataclisma nella vita del bambino, un’esperienza che modificherà la vita di tutta la famiglia in modo permanente. La separazione spesso avviene dopo prolungate e intense tempeste emotive, spesso prima della separazione i figli hanno già sofferto per le discussioni tra i loro genitori e per la mancanza di armonia, affetto e rispetto tra di loro, necessari per un corretto sviluppo emotivo. Le reazioni che un figlio sperimenta possono variare da un bambino a un altro, però normalmente includono emozioni intense come il timore, la colpa, l’ira…e una grande instabilità e incertezza. La reazione dei figli varia anche in funzione dell’età che hanno al momento della separazione. In generale i figli più sensibili ai problemi psicoaffettivi sono quelli minori di 8 anni. Il bambino di un anno non capirà che cosa succede, però è possibile che intuisca i sentimenti dei suoi genitori. I problemi più frequenti a quest’età comprendono cambi nelle abitudini alimentari (perdere l’appetito o mangiare eccessivamente per nervosismo…), disturbi del sonno (incubi, attacchi di panico notturni, insonnia…), disturbi intestinali (mal di pancia, diarrea…).
Neanche dai 2 ai 6 anni capisce bene che cosa sta succedendo in famiglia. Dal punto di vista evolutivo sono in una tappa egocentrica e vedono il problema della separazione su di sé: cosa ho fatto io per meritare questo? Ho chiesto troppo? Mi sono comportato male? È frequente che il bambino pensi di essere lui la causa dei problemi dei suoi genitori e si senta in colpa. Normalmente reagisce mostrandosi più irritabile e mostrando un’eccessiva dipendenza o “mammite”, ha un gran timore che lo si abbandoni e non ha fiducia nell’amore: “Se i miei genitori prima si volevano bene e ora no, è possibile che smettano di volere bene anche a me”. Il bambino in età scolare tende a a sentirsi solo e spaventato, prova sentimenti confusi verso i suoi genitori, lo preoccupa una moltitudine di problemi pratici e quotidiani (dove vivrò?, dovrò cambiare scuola?, come lo dirò ai miei amici?), spesso immagina di far riconciliare i suoi genitori (cosa posso fare perché la mamma e il papà tornino ad essere amici?).
Nei bambini più grandi ci può essere una diminuzione dell’ammirazione che avevano per i genitori, possono essere ribelli e propensi a non fidarsi più e a mettere alla prova l’autorità paterna. Tra gli adolescenti le reazioni più frequenti sono o una precoce maturità cercando di sostituire il padre assente (cosa che lo porta a diventare eccessivamente esigente e intransigente con se stesso) o al contrario una diminuzione della maturità (conseguenza del desiderio di tornare a momenti passati della sua infanzia dove era più felice). Spesso viene compromessa anche la capacità di voler bene, l’adolescente i cui genitori si sono separati non vuole innamorarsi né stabilire una relazione affettiva con un’altra persona.

COME DARE LA NOTIZIA AI FIGLI
La gravità del danno che si fa al bambino con la separazione dei genitori dipende molto dal modo in cui questa si realizza e dal modo in cui si dà la notizia ai figli.

COME AFFRONTARE LE REAZIONE DEI FIGLI
Alcuni bambini mantengono a lungo comportamenti negativi che costituiscono il loro modo di protestare e di ribellarsi contro la situazione; invece di farlo verbalmente e direttamente lo fanno attraverso una serie di comportamenti negativi tra i quali:
– ho fatto la pipì a letto (comportamenti regressivi)
– se mi volessi davvero bene non mi faresti questo (sentimenti di rifiuto e abbandono)
– cosa mi succederà? (ansia, timore e chiusura)
– non voglio andare a scuola (vergogna e paura)
– ti odio, è stata tutta colpa tua, se fossi una mamma migliore questo non sarebbe successo (aggressività, indisciplina e cattivo comportamento)
– sono triste, voglio morire (depressione)
– e chi se ne importa? ( negazione e indifferenza)
– mamma non ti preoccupare, mi prenderò io cura di te (eccessiva maturità)
– la mamma non mi compera mai nulla, vero che tu invece lo farai? ( manipolazione dei genitori)

COSA FARE PER AIUTARLI?
Dopo il trauma della separazione, anche i genitori hanno bisogno di appoggio, i sentimenti sono in subbuglio e non si è nelle migliori condizioni per aiutare i propri figli. Nonostante questo ci si deve dominare, non si può affondare, i figli hanno bisogno dei genitori. Si deve chiedere aiuto a figure esperte su questi temi.