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ANORESSIA: CARO DIARIO…

ANORESSIA: CARO DIARIO…

“Caro diario, con il cibo va sempre male: mi fa schifo ingerire tutto ciò che non siano le mie cose (ieri sera dopo lo spuntino serale più grande del solito mi sentivo avvelenata). Ci sono tante cose che mi andrebbero, ma poi non sono capace di mangiarle. A volte succede qualcosa che ti fa piacere, tipo il dialogo con la prof di italiano che si è accorta del mio problema. Da un lato mi fa paura perché sono contenta di essere magra e diversa per ricevere attenzioni, dall’altro sono felice perché mi fa rendere conto della situazione quando non mi vedo magra e mi dà speranza di riuscire ancora ad instaurare dialoghi e rapporti. Vorrei uscirne per smettere di focalizzare a volte la mia felicità su cose assurde tipo mangiare quattro cosucce. Cosa può aiutarmi non lo…a volte mi pare una salita su una lastra di ghiaccio a 90°, che per di più, non so se è causa o effetto o conseguenza, produce altre cose nella mia vita non molto piacevoli: tensioni coi miei, scarsa fiducia in me, a volte intolleranza dei parenti, nervosismo…Sono sempre preoccupata per il fatto di dover mangiare: come sarebbe bello vivere senza cibo. Le cose normali (cioè condite) mi sembrano veleno e sono convinta che mi facciano solo male. Devo levarmi la paura di uscire dai soliti schemi e da questa comoda condizione di scheletrino (che il più delle volte in realtà si sente una balena). Dovrei anche consumarmi meno la mente pensando a cosa mangiare (anche per l’ansia di aumentare) e a cosa fare. È sconcertante dare tanta importanza a questo odiato cibo e perderci la testa. Mi sento un po’ pazza, ma quando sono triste e giù ho sempre il mio compagno cibo e pensando a cosa mangiare mi riempio la testa e così la vita che a volte sembra vuota. Per questo voglio rendermi indipendente dal cibo e non farne a volte il mio scopo. Perché non trovo niente che mi dia gioia fino in fondo? Gli amici a volte sembrano falsi (chi mi conosce davvero?) e anche la famiglia va male (mia sorella non mi sopporta e anch’io sono spesso nervosa e a volte esco proprio per sfuggire tante cose).

Il problema cibo è proprio il modo che ho assunto per allontanare tutti gli altri problemi, il mio cervello è talmente assorbito da questa preoccupazione che il resto (che potrebbe essere fonte di sofferenza) non trova posto e scompare. Però mi fa un po’ specie tornare normale, a mangiare come tutti, perché essere diversa è pur sempre una prerogativa che piace e vorresti tenere. Io desidero pensare ad altro, perché ok che si cancellano gli altri problemi, ma così ne ho uno gigante ed è umiliante essere solo occupata dal cibo.

In questi giorni sono a casa da sola, ed è bello anche se è terribile che spesso per combattere la solitudine trovo compagnia solo nel cibo. Settimana scorsa ho accettato una fettina di torta, primo perché se no poi capita che mi venga voglia di divorarmene una intera, e secondo perché se agli altri non succede nulla, perché per me deve essere veleno?

Quanto ho sofferto per i rapporti con gli altri e l’anoressia è stato un modo per uscirne: ribellarmi, dire “Io non ci sto”. E così delusioni su delusioni, rimpiangendo un mondo ideale. La mia malattia in fondo è proprio la manifestazione a chiare linee di quel male di vivere che sento con forza addosso, ma voglio guarire perché tanto il dolore non muta (anzi aumenta).

La spiegazione al problema cibo credo risieda nel fatto che in fondo sono triste e non c’è niente di bello nella mia vita: allora il modo per riempire i giorni e non pensare ad altro è pensare al cibo, così questo dramma cancella il resto.”

Se anche la vostra vita, o alcuni di questi pensieri, magari solo sfumature, assomigliano a questi, forse è giunto il momento di chiedere aiuto! Per commenti e condivisioni, scrivi a info@spazioaiuto.it