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PSICOLOGO: HO BISOGNO DI AIUTO!

PSICOLOGO: HO BISOGNO DI AIUTO!

 

Quando viene in terapia, la persona si libera di una sua storia, divenuta ingombrante e fonte di sofferenza, per entrare in una nuova storia che gli offra maggiore libertà e autonomia. Le persone connettono eventi e significati del loro passato per spiegare in modo deterministico il loro presente e vincolare il futuro. La sofferenza che conduce una persona a cercare una terapia può essere letta come espressione di un’inadeguatezza tra le storie che le persone raccontano di se stesse e la propria attuale esperienza, oppure della discrepanza tra la loro esperienza e le storie che gli altri raccontano di loro. Il processo terapeutico diventa allora un processo di ri-narrazione delle storie, dove i soggetti recuperano la possibilità e la capacità di essere autori, tramite l’interazione con il terapeuta, di storie positive per sé, che attenuino la sofferenza o perlomeno le diano un senso, liberandosi di un’etichetta e di una visione di sé che fa star male.

 

Nei casi in cui la risoluzione del problema presentato non è il problema principale, ma un epifenomeno di qualcos’altro da esplorare e da cambiare, laddove è solo la punta di un iceberg, gli obiettivi della cura mutano. Il terapeuta cercherà di creare con il cliente un contesto terapeutico di comune esplorazione e ricerca in cui la globalità della persona del cliente occuperà la posizione centrale. Assume primaria importanza la natura della relazione che il cliente ha con se stesso, con il proprio mondo interno e il mondo esterno, nonché della relazione che si stabilisce tra terapeuta e cliente. Nel mio modo di lavorare, l’obiettivo è creare un contesto relazionale in cui il soggetto possa trovare le sue soluzioni, le sue vie d’uscita da difficoltà e sofferenze. A tal fine, viene esplorato il contesto in cui vive e in cui si sono manifestati i suoi problemi. Particolare attenzione è prestata ad alcuni aspetti significativi: i problemi si sono presentati nel contesto familiare, di lavoro o nel rapporto con coetanei? In quale fase della vita? In quali circostanze? Viene data importanza all’uso di connotazioni temporali: “da quando?”, “fino a quando?”. Chiedendo a una persona: “Da quando si comporta in questo modo?”, si implica che il comportamento ha avuto un inizio, che questo inizio è determinabile, che esistono dei confini definibili del comportamento. Se poi si prosegue: “E fino a quando pensa che il suo comportamento durerà?”, si implica che il comportamento avrà una fine, che è quindi in qualche misura controllabile e così via.

 

Si lavora poi sul sintomo, sulla sua funzione nella vita della persona e su come incide in essa:

 

  • se scomparisse improvvisamente questo problema, come cambierebbe la sua vita? Questo problema le provoca un impedimento nel suo viaggio verso il futuro, nei suoi programmi, in quello che fa?

  • Se io le chiedessi cos’è che vorrebbe che cambiasse nella sua vita, che cosa vorrebbe cambiare? Cosa dovrebbe cambiare per sentirsi bene?

 

In un percorso terapeutico è possibile riflettere insieme su questi e tanti altri elementi della propria storia.