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VISSUTI NELL’ANORESSIA

VISSUTI NELL’ANORESSIA

Dalle parole di chi sta attraverando il dramma dell’anoressia…(Grazie per la testimonianza Pulce!):

“Un lucchetto alla bocca, un nastro sugli occhi, e le orecchie chiuse.

Ti chiudi nella stanza, e piangi guardando il vuoto.

Non sai cosa provi,  anneghi nei ricordi felici mentre le lacrime bagnano il tuo viso, il trucco si sbava.

Ricordi quando ancora stavi bene, gli scherzi con le amiche, le risate,  le cazzate dette… Ma tanto, nella stanza e ora, sei sola, nessuna persona ti può vedere, nessuno può accoglierti in un abbraccio, perché tu sei la prima a far vedere agli altri che stai bene, che va meglio. Ma dietro quella maschera, si nascondono fantasmi terribili.

Esci di casa; ridi, scherza, fatti vedere disponibile per tutti….fatti vedere meglio di come stavi un anno fa. Cammina a testa alta, non girarti quando senti una risata e pensi sia rivolta a te. Ringrazia quando ti dicono che ti vedono meglio, dimostra di essere contenta quando scopri che il peso è stabile e non è sceso nemmeno di un grammo. Quello è il tuo obiettivo, ma sai anche che la magrezza è come il formaggio per i topi, una trappola che ti attira e che ti ingabbia.

Una gabbia che costruisci poi te, giorno dopo giorno, e contribuisci inconsapevolmente alla tua autodistruzione.

Poi inizi a colorare la gabbia di verde, verde speranza, inizi a battere contro quei muri e quel ferro che rinchiudono mente e corpo in un luogo troppo stretto e freddo. Inizi a scorgere una luce, e vedi una strada….

Sarà quella giusta?

Non lo sai, ma è davanti a te.

Voglio chiedermi scusa per tutte le volte che mi sono insultata,  che mi sono data della “deficiente” della ” sbagliata e debole”, tutte quelle volte che mi sono odiata per ciò che ero e sono…

Mi vorrei chiedere scusa per tutte le volte che mi sono procurata del male fisico, per tutte le volte che invece ci ho solo pensato…

Mi chiedo scusa per le ore che passo davanti allo specchio della mia stanza a fissare in modo ossessivo questo corpo che mi sta stretto, che non mi piace, che vorrei rendere perfetto, snello e in forma.

Mi scuso per tutte le volte in cui mi sono autoconvinta di voler guarire, per tutte le bugie che mi sono detta, ripetendomi “io voglio guarire”, mentre dentro di me pensavo già ai trucchi del mestiere per mantenere o perdere peso, perché il mio obiettivo era tutt’altro che lasciare la malattia, era raggiungere un peso al limite, ma io ero onnipotente e ce l’avrei fatta.

Mi  chiedo scusa per quando, ancora adesso, ogni tanto mi inganno da sola, quando cado, mi inciampo, do retta a quella vocina dentro di me che mi dice di continuare a renderla partecipe della mia vita, ma io poi so che diventerà la protagonista della mia vita, e io, come uno spettatore, assisterò al dramma che metterà in scena…

Mi chiedo scusa per tutte le volte che mi sono proibita di godere delle cose semplici che la vita ci offre, dal rapporto con la natura al rapporto con le altre persone, solo perché dovevo essere ligia al dovere, dovevo essere perfetta, in tutto…nella scuola, nel lavoro, in casa…

Mi chiedo scusa. Ora il passo successivo sarà accettare queste scuse.”

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