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TEST SULLA PATOLOGIA ALIMENTARE

TEST SULLA PATOLOGIA ALIMENTARE

Secondo il seguente test ideato da Steve Bratman, una risposta affermativa a più di quattro domande classifica il soggetto all’inizio della patologia alimentare, sino a un livello maniacale nel caso di tutte le risposte positive:

  1. Spendi più di 3 ore al giorno riflettendo sulla tua alimentazione?

  2. Pianifichi i tuoi pasti diversi giorni prima?

  3. La possibilità che i cibi che assumi ti facciano ingrassare è sempre più importante del piacere di mangiarli?

  4. Lo stato di ansia nella tua vita è aumentata da quando hai riflettuto sulla tua alimentazione?

  5. Sei diventato più severo con te stesso nei confronti del tuo comportamento quotidiano e alimentare?

  6. La tua autostima aumenta quando ti alimenti in modo corretto?

  7. Hai eliminato radicalmente diversi cibi che ti piacevano in favore di cibi più salutari e meno ingrassanti?

  8. Ti riesce più difficile mangiare fuori casa, in ristoranti diversi?

  9. Ti senti in colpa quando non mangi in modo corretto?

  10. Ti senti in pace con te stesso e in pieno controllo quando mangi in modo corretto e secondo i tuoi piani?

Anche una risposta affermativa a solo una o due domande può essere però il campanello d’allarme di un problema che sta per nascere e che potrebbe diventare più grave, suggerendo quindi un intervento per bloccarlo sul nascere!

Il senso di inadeguatezza per il proprio corpo tende a manifestarsi, in prima battuta, attraverso il controllo alimentare. Il ricorso alla dieta, tendenza così alla moda da rappresentare ormai la norma tra le donne adulte, risulta piuttosto diffuso anche tra le preadolescenti. Il 30% delle ragazze di età compresa tra i 10 e i 13 anni dichiara di aver già intrapreso una dieta, contro il 15,6% dei maschi, ed è interessante notare che a cominciarla sono soprattutto coloro che completano prima lo sviluppo. Nel post-menarca infatti la percentuale è significativamente maggiore rispetto al pre-menarca, tra individui di pari età. Che influenza può avere il confronto con i modelli di bellezza proposti dai mezzi di comunicazione di massa e dal giudizio degli amici sul processo di costruzione delle immagini di sé e sulla soddisfazione corporea? Dai risultati di una ricerca condotta su circa mille preadolescenti del Nord Italia emerge che sono soprattutto le ragazze normopeso o leggermente sovrappeso a confrontarsi con i prototipi presi a modello, per assomigliare ai quali ricorrono a strategie come la dieta o l’esercizio fisico. Avere un aspetto fisico attraente sembra rappresentare non tanto un fine, quanto un mezzo per ottenere felicità, amore e rispetto. Infatti i ragazzi meno soddisfatti del proprio aspetto considerano le persone “belle” come più felici e di maggior successo nei rapporti interpersonali. Quanto più le adolescenti credono che la magrezza possa influenzare le relazioni amicali e quelle con l’altro sesso, tanto più tendono a preoccuparsi per la propria immagine corporea, ad essere insoddisfatte di sé e a sottoporsi a restrizioni alimentari. Le ragazze con relazioni interpersonali più povere sarebbero inoltre più facilmente portate a credere che la magrezza possa migliorarle. Questo fa pensare che uno tra i motivi principali per mettersi a dieta possa riguardare l’aspirazione ad una migliore qualità delle relazioni, ad una maggiore autostima ed il bisogno di essere accettati dai pari.