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DISTURBI NELL’ALIMENTAZIONE

DISTURBI NELL’ALIMENTAZIONE

Quando abbiamo dei disturbi nell’alimentazione e una relazione disarmonica con il cibo perdiamo la gioia innata che deriva dal mangiare. Se la relazione è così da molti anni, è facile dimenticare cosa significhi davvero “mangiare”. O meglio cosa voleva dire mangiare in maniera normale perché quasi tutti nell’infanzia abbiamo provato una naturale gioia nel mangiare e un’istintiva consapevolezza del senso di soddisfazione legato al cibo. Quali sono gli elementi che caratterizzano una relazione sana con il cibo invece che disturbi nell’alimentazione? Innanzitutto vi sentite contenti e pienamente coinvolti nella vita anche quando non state mangiando, il cibo non è la sola fonte sicura di piacere e soddisfazione. E se non avete fame, non mangiate. Inoltre smettete di mangiare quando siete pieni e siete disposti a lasciare qualcosa nel piatto. Non pensate al cibo ogni ora della vostra giornata e non avete bisogno di pesarvi se non ogni tanto. Non avete ossessioni sul cibo e non contate le calorie per decidere se potete permettervi di mangiare qualcosa oppure no.

Se qualcuna di queste affermazioni non sono veritiere per voi, potreste avere dei disturbi nell’alimentazione e aver sviluppato delle abitudini negative col cibo. Potreste aver bisogno di cercare un aiuto per ristabilire il vostro naturale senso di equilibrio, la soddisfazione e la gioia in rapporto al cibo. Il cibo e il mangiare diventano spesso una specie di medicinale da banco per lenire le ansie e le preoccupazioni della vita quotidiana. L’alimentazione è guidata da impulsi diversi e da emozioni piuttosto che da una reale fame fisiologica. Attraverso un percorso terapeutico potrete liberarvi dalle dinamiche reattive rispetto al cibo che vi portate dietro, potete liberarvi dalle voci interiori e dalle emozioni che influenzano il vostro modo di mangiare.

Per le persone con disturbi nell’alimentazione il cibo è l’amico più affidabile. Perché mai dovrebbero rinunciarci? La risposta è: perché le fa stare male! Non il cibo in sé, ma il modo in cui si relazionano con esso. Occorre rinunciare all’ossessione per il cibo (e per l’immagine corporea) che le tiene imprigionate. Bisogna avere il coraggio di uscire da quella prigione, un passo alla volta, e di imparare a farsi guidare da ciò che è vero ora, da ciò che fa stare bene…Come potersi liberare dalla catena che tiene ancorati al desiderio o all’avversione per il cibo? Come poter ricreare un senso di regolare fiducia nel cibo, di pace sia mentale che fisica quando mangiate? Spesso è necessario farsi aiutare.

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