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DISTURBI ALIMENTARI: PARLIAMONE…

DISTURBI ALIMENTARI: PARLIAMONE…

Molto spesso i disturbi alimentari, come l’anoressia, la bulimia o il binge eating disorder, vengono spiegati in termini di mancanza di volontà: quante volte ti sarà stato detto, se tu che stai leggendo soffri di un qualche problema col cibo, che non hai forza di volontà per resistere ai dolci o per mangiare invece di restringere?

Spesso genitori preoccupati, amici o semplici conoscenti, osservando il tuo evidente sovrappeso o sottopeso, ti chiederanno: “Perchè continui a fare questa cosa?” Questa tipologia di domande non fa altro che aggravare il problema aumentando la sensazione di inadeguatezza che caratterizza i problemi col cibo e i disturbi alimentari.

Il pensiero di una persona che ne soffre, davanti ad osservazioni di questo tipo o a critiche sulla sua mancanza di volontà diventa “ci vede essere qualcosa in me che non va bene”, quindi l’unico aspetto su cui può agire come primo passo immediato è il suo corpo o il cibo che ingerisce.

Quindi nel caso dell’anoressia, il pensiero diventa: almeno il mio corpo deve andare bene, allora restringo e non mangio, così perdo peso, e andrà bene; nel caso del binge eating diventa: se c’è qualcosa in me che non va bene, almeno mi rifugio e mi consolo col cibo, lui non mi critica.

La dimensione del controllo che contraddistingue entrambi i sintomi, deve essere accolta e capita, non negata o accusata criticando “hai mancanza di volontà”.

Il controllo nell’anoressia e la perdita di controllo nel binge eating e nell’alimentazione compulsiva, tentano di proteggere da sofferenze molto importanti, da vicende traumatiche o da parti di sé fragili e sofferenti, anche se il sintomo usa modi molto forti e disfunzionali in fondo ha l’obiettivo di proteggere da qualcosa: quindi non va attaccato, ma capito nella sua funzione di gestire emozioni soverchianti.

Obiettivo di un percorso terapeutico è proprio imparare a riconoscere la funzione del sintomo, accogliere le parti di sé sofferenti, dare loro un nome, per abbassare le difese e apprendere un altro modo più funzionale di far fronte alle emozioni che paiono altrimenti ingestibili.

Fondamentale è diventare consapevoli del fatto che il sintomo, cioè il controllo e la sua perdita, sta in qualche modo aiutando: questa parte di sé che viene da tutti attaccata come “mancanza di volontà” in realtà sta cercando di aiutare la persona a convivere con le sue sofferenze.

Nel binge eating disorder si andrà a lavorare sulla parte di sé che ha bisogno di ricorrere al cibo, da cosa protegge, a cosa serve…ed ugualmente nell’anoressia, chiedere se c’è una parte che non si fida del lavoro che stiamo facendo e che teme di perdere il suo ruolo e di non riuscire a gestire il mondo emotivo senza restringere o senza abbuffarsi.

Se pensi di avere qualche problema col cibo, se senti di avere mancanza di volontà o desideri un aiuto per avere un rapporto più rilassato con l’alimentazione, scrivi a info@spazioaiuto.it o al 3389383650